babalot
"un segno di vita"
cd aiuola 2005
aiu08
tracklist integrale
01 spillatrice 1.44.40
02 tutte le ragioni 2.28.74
03 malattia di luglio 2.10.00
04 vuoto 2.09.35
05 antifurto 2.27.51
06 diavolo 1.11.65
07 sigarette 1.08.02
08 immaginario 2.21.60
09 biscotti 2.21.53
10 ho visto la luce 3.08.12
11 smontavo tutto 1.30.18
12 risorse 1.17.20
13 la cosa 2.59.07
14 bamboo 1.35.58
15 ho capito 1.13.63
16 dissociato 0.22.00
17 uomini 3.00.74
18 the fool and the muse 1.37.00
19 buttatemi fuori 1.12.59
20 consumo 1.31.38
21 1.33.333 1.33.25
22 pulizie di primavera 1.44.68
23 prima dopo 1.32.35
24 urgenza 1.24.00
25 sigarette 1.14.43
26 la lavatrice e il muro 1.47.64
27 antifurto 2.51.17
torna alla luce
dettagli
(c) 2005 aiuola dischi
(p) 2005 aiuola dischi
produzione artistica: babalot, alberto motta, aiuola dischi.
produzione esecutiva: aiuola dischi.
testi e musica di babalot
eccetto #17 di f. rioda e a. scaglia e #18 di a. babich.
alcuni suoni di chitarra, basso, batteria e melodica sono di alberto
motta.
alcune batterie sono suonate da simona giacomazzo e luca pozzi.
stefano canta e suona la chitarra in #17.
#25 e #26 suonate da daisy godzilla.
registrato da alberto motta e babalot alla spiaggia libera (milano)
tranne:
#7, #12 e da #16 in poi: registrate da babalot alla spiaggia libera
(roma, milano).
#25 e #26: registrate da sanyo al circolo acli di bellinzago novarese.
#27: registrata da dj pancetta allo studio bluff.
miscelato da babalot.
grafica: vincent gomma ++ www.domenicamattina.it
fotografie originali: babalot, matteo remitti, vincent gomma e tuatara
films.
grazie a: aiuola, alberto motta, artemoltobuffa, bisboch, carpacho,
daisy godzilla, dj pancetta, emo, fabri, federica, genesio,
joe, leonard, luca, lucia, macromeo, mattia, mosè,
non voglio che clara, simona, stefano clessi, ugo, zio vania.
r.i.p. "i babalot".
grazie a ka-pow per i due scheletrini.
aiuola dischi ringrazia babalot, tutti i sottoscrittori, l'inverno.
torna alla luce
testi
1.33.333
a capire cosa hai detto
a cercare di leggere frasi
a fare la spesa
a farsi tagliare
a un mio amico in cortile
adesso chi mi vorrà senza un nemico giurato
al mio incubo perfetto
altro nulla che spende
anche lui una bicicletta e pedalare
antifurto
appena tornato da lavorare
aprite la gabbia
aria tra una lacrima e l'altra
aspetto che esca un numero
bamboo
biscotti
buttatemi fuori
calcolatrici e modellini per farli rimpiazzare
cambiate la scienza
cancellare i segni del passaggio
che a volte mi è impossibile spiegare
che agire non comporta una ragione
che cosa posso dire io
che ho fame da ore
che ho trovato sulle scale
che intercorre quasi sempre
che mangiano quello che mi resta
che mi tradisci
che ormai è finita
che si sta meglio da soli
che sono tutto il giorno stanco
che spiega come si sorride
che tanto i morti non possono
che tramonta la mia lampadina
chi le trova se le mangia
chiamala urgenza comunicativa
chiamala urgenza di comunicazione
come fossero biscotti
come il punto e la parola, e lo spazio che li ingoia
come se fosse discutibile
come se fosse ragionevole
come se fossimo al cimitero
come un rottame lasciato in giardino
come un termine già usato
come una cornice senza quadro
compra anche tu la guida
con le sedie a fare da salita
con un piccolo megafono
con voce da bambino
consumo
corre l'automobile impazzita
così come il riscaldamento generale della stanza
crollano finestre su tappeti per giocare
da due prese elettriche prelevano corrente
da non potermi guardare allo specchio
da nuovi giochi e nuovi attrezzi per fare tutto a pezzi
da piccolo smontavo tutto senza ricostruire
da qualcuno più imbranato
dalla finestra spenta
dammi una sigaretta o sparo
delle cose sulle cose
dentro un bicchiere di vino
di persone preoccupate che non venga più la sera
di pesci-finestra
di rimanere sempre stupefatto
di sicuro qualcuno le ha lasciate
di una casa sopra il mare
di una luna sempre uguale
diavolo
disponibili
dov'è finito il rancore che avevo immaginato
dov'è finito l'amore che mi portava a odiare
due console per videogiochi la televisione e il frigo
e che le onde non si perdano più contro la scogliera
è che puoi ripeterle e prendere
e come ci si fa la riga
e consuma sigarette
e di un fondo di caffè
e dire che si sta male
è dire solo scemenze
e fa parecchio intellettuale
e farlo tutto a proprio gusto
e forse neanche credo in dio
e forse sono pure peggio
e ho chiuso le tende
e ho pensato di coprirmi
e i panda mangiano il bamboo
è l'ambulanza che non vuole partire
e le storie di un cantante
e non esplodono le teste, se nessuno può sparare
e non mi sento affatto speciale
e non ricordo
e non riesco... a invidiare le regine
e questa birra non è mia
e salvatemi la vita
e sono fermo da troppo tempo
e sospendo le ricerche addormentandomi in un sogno
e voglio sdraio e ombrellone anch'io
ecco si riapre la ferita
ed è per questo che offro da bere
ed entrano in simbiosi con l'ambiente
fatemi passare devo
fredda catastrofe digitale
gente in divisa
guardare allo specchio o fare la spia
ho amato troppo a lungo
ho bisogno di perdere una testa
ho capito
ho capito tutto
ho le dune del deserto
ho visto la luce
i baci tra la paglia di un fienile
il bello delle cose limitate
il computer il telefono e la linea in fibra ottica
il tappeto è la mia strada vuota
il viola quest'anno è passato di moda
immaginario
io la filosofia non la capisco
io questo cuore malato lo devo fare mangiare
io sono un ladro e questa è la refurtiva
io sono un ladro e questa è una prigione
l'acqua calda mi è fornita da uno scaldabagno a gas
l'assassino di un film dell'orrore
l'oroscopo è perfetto
l'unico scopo vero e giusto è modellare il mondo
la cosa
la differenza tra vivere e morire
la luna non è un faro sul cemento
la mia identità scompare
la mia macchina produce
la mia professione è la mia malattia
la nuova dittatrice osserva il mondo dal balcone
la poesia del nudo femminile
la sinfonia di macchine in strada
la sua casa soprattutto
la sua vita e la sua fine sono insieme nella storia
le colline di cuscini e dietro
le cose belle sono fatte
le cose belle spazzano via tutto
le cose intelligenti che avevo da dire
le ho dette alle elementari
le loro catene e i miei soldati
le mie chiavi che non aprono
luce, chi la vende non ha cuore
ma che ha vinto e non sa più che farsene
ma dentro il frigorifero
ma faccio finta di non sapere
ma i suoi occhi sono chiusi e la sua mente è chissà
dove
ma non mi cambia di molto la cosa
ma non posso ancora andare perché c'è una fila assurda
ma non so la differenza
ma solo se è l'ambiente giusto
ma solo se è meglio di niente
malattia di luglio
maledice le cose che non ha costruito
mamma che angoscia
mandare cartoline dall'estero
mi aiuta a non riflettere
mi sono perso in una birreria
mi vergogno di inseguire sempre un unico ideale
milioni di milioni di occhi tristi
nemmeno mi capisci
non è vero che fa male
non è vero che la sete
non ho più un compleanno
non perdo coscienza
non riesco a seguire
non sono il solo a fare distinzione
nulla che attende
nuoto dentro una vasca
o a farsi taglienti
o cambiatemi le pile
o se qualcosa mi commuove
oggi la mia camera è un quadrato
oggi voglio stare ritagliato
ora aspetto il poliziotto che mi porterà in galera
ora indossa la coperta come fosse un vestito
parlare solo di morti
penso a una nuvola in affitto
per fare una festa
per farvi un favore
per non sembrare cretino
per nulla disturbato dall'evento
per questo mi confido con l'astratto
per salire di morale
per sparire sotto il letto
per vedere com'è fatto il mondo
per via del clima che mi porto dietro
perché ho chiuso gli occhi dentro un faro
perché le lacrime che ho addosso
perché mi trovo in ospedale
perché non posso perdermi a casa
perché questo inizio tenta di arrivare già alla fine
perché tanto so
più bombe di quante ne lancia la nato
preferisco rimanere all'ombra
prima di andare a lavorare
prima dopo
pulizie di primavera
punto primo: non morirò
punto secondo: non proverò
purtroppo i serpenti hanno perso la coda
qualcuno si affitta un maglione
quando c'è troppo casino
quando provo a respirare
questo per non dire che le lampadine sono quattro
rimanendo a casa mia
risorse
sai barista che fortuna mi ha lasciato ieri sera
sai barista che fortuna sono morto ieri sera
saluto i cani che vanno al cesso
scritte per terra con aghi di pino
se il diavolo ha fretta può sempre comprare
se la mia vita l'ha inventata un altro
se nessuno la richiede
se scopro che al telefono
se tutto mi distrae
senza bisogno di una spillatrice
senza olio motore
senza tasse da pagare
si affitta per meno se è bassa stagione
si può ancora dissetare
sigarette
smontavo tutto
sono qui per disinfettare
sono solo e mi riempio il bicchiere
sono uno dei tanti che si è alzato male
sono veramente così orribile
sorrido a tutti, sorrido al cameriere
spillatrice
suona una musica addormentata
suonano alla porta ma non trovo la maglietta
suonano le corde della mia racchetta
tanto nessuno ci costruirà
tanto nessuno ci vedrà
tornare indietro a picchiarti
tra i lampioni nella nebbia a fare acquisti
tra i rumori della strada e il mio bisogno di baciarti
tra il peso delle azioni e il sapere
tra la vera sofferenza
trasferirmi a londra
troppi santi
troppo aperti
tutte le ragioni
tutte le ragioni che non posso consigliarti
tutti i pezzi sparsi sul tappeto
un altro antifurto che suona per niente
un altro rubinetto che perde su un vaso di piante
un modo intelligente
un saggio di eco del settantanove
una notte senza grilli e lucciole
una pinta grida forte ma nessuno che lo sente
una smorfia sulla bocca che non vuole dire niente
urgenza
vado nel parco con gli occhi bassi
vendute sul banco di un supermercato
vestiti di piombo e disarmati
vivere in un campo di fragole
voglio amare i tuoi difetti, ma i ricordi mi corrompono
vuota, ma è un regalo di natale
vuoto
torna alla luce
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